lunedì 11 novembre 2013

Gommose alla frutta

Nando era impegnato a mantenere un'andatura normale, ma proprio non ci riusciva: barcollava e inciampava, cadeva e si rialzava a fatica. Mise la mano a conchiglia davanti alla bocca e ci alitò dentro. Arricciò il naso e la testa scattò indietro.
“L'etilometro mi prenderebbe a schiaffi” disse.
Arrivò davanti a un portone e premette il pulsante del citofono.
“Sì? Chi è?” rispose una voce femminile assonnata.
“Betty, sei tu? Sono qui per la roba.”
“Ma vai a casa, che è tardi. Io lavoro, la mattina!”
“Ho solo sbagliato a citofonare, signora.”
“E chi se ne frega. Sono stufa marcia del via vai degli amici di quella signorina tatuata. Vi manderei tutti in galera!”
E attaccò.
“Hai bisogno di qualcuno che ti fotta, bella mia: troppo stress”
Avvicinò la faccia alla pulsantiera e col dito seguì i cognomi sulle targhette.
“Come diavolo faceva di cognome?”
Si grattò la barba incolta e premette di nuovo.
“Chi è?” rispose un'altra voce femminile, ma questa era più vivace.
“Betty?”
“Nando! Vieni su, ti apro il portone.”
Entrò e salì in ascensore. Una volta arrivato al terzo piano bussò alla porta e Betty aprì: era in jeans attillati e canottiera, si intravedevano i tatuaggi che aveva su tutto il busto, dal collo in giù, come se sotto avesse un'altra maglietta sporca d'inchiostro. Sigaretta in bocca, rossetto rosso ciliegia e occhiali a montatura grande alla Woody Allen. Nando sorrise.
“Betty la peste” disse.
“In persona, bello mio. Dai, entra, che parliamo un po'.”
L'appartamento era un monolocale grande quanto uno sgabuzzino, la moquette verde consumata, un paio di vecchi mobili scrostati, un comò e il cucinino in un angolo, con il lavello pieno di pentole e piatti sporchi e gli avanzi di cibo che galleggiavano in una brodaglia schiumosa e paglierina. Un'unica finestra, aperta sulla strada, da dove entrava la voce del traffico di Milano del venerdì sera.
In mezzo alla casa un tavolinetto davanti al divano, un posacenere di metallo colmo di mozziconi di sigarette e canne, e tutto il necessario per tirarle su: filtri, cartine, blocco di fumo da un etto, taglierino e accendino.
“Vieni qui, abbracciami” disse Betty.
Nando l'abbracciò e le diede un bacio per guancia.
“Simpatica, la tua vicina. Cosa fa di mestiere, si nutre di carne umana?”
“Chi, la signora Peraglia? No, è solo una stronza che odia la nostra generazione. Pensa che una volta stava sul marciapiede qui davanti in attesa di attraversare e hanno investito un ragazzo davanti ai suoi occhi.”
“E lei che ha fatto?”
Be', lei non ha mosso un dito. Quello era svenuto e con le gambe spezzate, ma lei si è girata dall'altra parte e ha sputato per terra. Ho visto tutto dalla finestra.”
“E che cazzo.”
“La stessa cosa che ho detto io. Comunque, lasciamo stare quella strega e parliamo di cose serie. Ho qualcosa che ti spremerà il cervello e ti farà uscire il succo dalle orecchie, ti chiedo solo di ascoltarmi per un minuto, poi se non ti piace quello che ho da proporti, ci ammazziamo di canne sul divano e buona notte ai suonatori.”
Betty aprì il cassetto del comò, tirò fuori un pacchetto di caramelle e glielo mise in mano.
“Ti presento, la Vulcano.
Nando si grattò la barba. Tirò fuori una caramella dal pacchetto e la sollevò all'altezza degli occhi.
Questa è una gommosa alla frutta. Vuoi sballarmi con gli zuccheri?”
Non farti fregare dall'aspetto. Quelle sono delle bacche particolari che hanno scoperto in Polinesia. Provocano allucinazioni e, come vedi, si possono portare in tasca: a prova di sbirro.”
Sembrano proprio caramelle. Solo tu potevi trovare una roba del genere.”
Se mi chiamano la peste ci sarà un motivo.”
E le hai provate?”
No, ma il tizio che me le ha vendute è uno fidato. Le ho pagate cento euro l'una. Quindi, se vuoi provare...”
Cosa? Cento euro? Ma te sei fuori. Magari ti hanno fregata e ti hanno rifilato delle caramelle per davvero.”
Betty si sistemò gli occhiali sul naso con l'indice e sbuffò.
E va bene, facciamo così: se non sarai soddisfatto ti renderò il centone.”
Se la metti in questi termini, ci sto.”
Nando le diede le cento euro, Betty prese il pacchetto e tirò fuori due vulcano.
Be', alla salute” disse Betty.
Slàinte.”
Le misero in bocca e masticarono.
Ha un gusto aspro” disse Nando.
Già, speriamo bene.”
Quanto dovrebbe metterci a fare effetto?”
Ah, non ne ho idea.”
Aspetta un momento, cos'hai sul braccio?”
Dove? Non vedo niente.”
Ma sì, una fiamma, sul tuo avambraccio.”
Betty scattò in piedi.
Porca puttana, hai ragione! Sto andando a fuoco!”
Guardò Nando.
E anche tu!”
Nando alzò le braccia e prese a correre intorno al divano. Lei lo seguì a ruota.
Aiuto, aiuto! Andiamo a fuoco!” urlavano. Si buttarono per terra e si misero a rotolare. Nando si rialzò, si tolse la giacca, gliela buttò addosso e le diede delle pacche.
Non funziona, non funziona, moriremo bruciati!” urlò.
Poi si alzò e si voltò verso il lavello.
Ho un'idea. Prendiamo le pentole e versiamoci l'acqua addosso” disse.
Presero una pentola a testa e si versarono in testa l'acqua sporca.
Fradici e con gli avanzi di cibo tra i capelli, si guardarono in giro con le pupille grandi come piattini da caffè.
Lo sapevo, non dovevo farlo. La tua roba è troppo forte!
Te l'avevo detto che provocano allucinazioni. Non pensavo fossero così realistiche. Cazzo, sento ancora il calore delle fiamme.”
Nando sembrava non aver ascoltato una parola. Se ne stava immobile e con la bocca aperta.
Ma, mi ascolti?” chiese Betty.
Guardati intorno, peste.”
Betty alzò lo sguardo. Perse l'equilibrio e cadde con le chiappe sul pavimento.
Siamo in un bosco” disse.
Passò la mano sulla moquette.
Non ci credo, non può essere, sto toccando dell'erba. Dove cazzo è finito il mio appartamento?”
Qualcuno bussò alla porta.
I due si fissarono con gli occhi sgranati.
Hai sentito?” disse Nando.
Sì, cos'era?”
La volete finire con questo chiasso? Sono le due del mattino!”
Si sentì.
Dei versi animaleschi, tipo quelli del Sasquatch” disse Betty.
Vuoi dire un Bigfoot? E come diavolo fai a saperlo?”
Ho visto dei documentari e il verso che facevano sentire era simile.”
La porta si aprì e la signora Peraglia entrò: bigodini in testa, maschera per il viso e una vestaglia che sembrava un tendone da circo.
Bene, anche la porta aperta, facciamo entrare cani e porci. Allora, la volete finire con tutto sto casino o devo chiamare i carabinieri?”
Nando e Betty urlarono.
Un mostro con la testa piena d'occhi!” gridò lui.
Sarai bello tu” disse la signora.
Ci divorerà, saltiamo dietro quel cespuglio, presto” disse lei.
Saltarono dietro il divano e si accovacciarono.
Scommetto che siete strafatti. Che schifo. Forza, venite fuori da lì.”
Nando si girò verso la finestra.
Guarda, una grotta. Se riusciamo a entrarci potremmo nasconderci.”
Ottima idea, vado io per prima.”
Comunque non era un Bigfoot. Non esistono”
Non mi sembra il momento giusto per parlarne.”
Ok, vai e buona fortuna.”
Betty prese la rincorsa e saltò giù dalla finestra. Si schiantò sul tettuccio di una Ford e scattò l'allarme.
La signora spalancò la bocca.
Ma...”
Nando la fissò con disprezzo.
Non ci avrai mai, mostro.”
Corse e saltò giù. Finì sopra Betty e l'allarme della macchina si spense.
La signora si affacciò e vide i due cadaveri uno sull'altro e la folla che si radunava intorno.
Stupidi decerebrati, non meritate una lacrima” disse la signora.
Tornò dentro e prima di andare notò sul tavolino il pacchetto di caramelle.
Gommose alla frutta. Le adoro. Tanto a loro non servono più.”
Ne mise una in bocca e la masticò.