mercoledì 25 aprile 2012

Frankie goes to...

Frankie era un assassino. Uno dei più spietati. Le sue vittime preferite erano giovani ventenni bionde e ben formate. Adorava le tette grandi, quelle con i capezzoli grossi come mignoli, da strappare coi denti. E adorava affondare il suo taglierino nella loro gola e solcarla da orecchio a orecchio. Un getto di sangue caldo che lo avrebbe corroborato ed eccitato, facendoglielo diventare duro. Una volta morte le girava e le prendeva da dietro. Stava attento a uscire prima e a venire su un fazzoletto di stoffa che si portava da casa. Sempre lo stesso, che lavava e rilavava. Una volta finito buttava i cadaveri nel fiume, quando le piogge torrenziali improvvise scaricavano tonnellate d'acqua e gli argini si riempivano fino quasi a traboccare. Era piuttosto pericoloso, ma a Frankie piaceva. Quando gettava dentro le sue vittime le vedeva schizzare via come proiettili. L'acqua sembrava un nastro trasportatore impazzito, alle volte i corpi si incastravano nelle radici di qualche albero sradicato dalla furia degli elementi e si disintegravano contro qualche grossa roccia, sparpagliando legno e membra. Il fango farà il resto, pensò. Tutto sembrò andare alla grande, e Frankie non riusciva proprio a darsi una calmata, anzi. Più ne ammazzava, più ne voleva. Era ingordo di sangue, sesso e morte. Fino a quando non scoprirono un cadavere incastrato tra due rocce, vicino alla riva del fiume, con lo sciabordio dell'acqua che faceva ondeggiare quel corpo rigonfio come un canotto sgonfiato. Un altro lo ritrovarono sul ciglio di una strada. Un contadino che passava da quelle parti notò due gambe che spuntavano da un cespuglio. La polizia capì subito che la mano che aveva ucciso le due ragazze era la stessa e le collegò alle altre scomparse i mesi addietro. Cominciò una caccia all'uomo. I giornalisti diedero subito un nomignolo a Frankie: "Lo sventratore del fiume". Quando Frankie lo lesse sul giornale locale si sentì fiero di se stesso. Quelli coi nomignoli sono i più tosti. Vuol dire che avevano paura di lui. E lui si nutriva di paura.
Capì che doveva cambiare strategia, così diminuì la frequenza degli omicidi. Era dura, più dura dell'astinenza da eroina. Ma doveva farlo. Decise di non gettare più i cadaveri qua e là come uno sprovveduto. Li avrebbe messi tutti in una grossa fossa comune, sempre in riva al fiume. Non voleva snaturare del tutto le sue consuetudini.
Passarono sei mesi e la polizia brancolava nel buio. La fossa funzionava e le bionde si accatastavano una dopo l'altra. In paese scattò il coprifuoco, ma i mostri agiscono anche alla luce del Sole, se messi alle strette. Frankie di giorno era un postino. La mattina presto, col suo Pick-up, si recava alle poste in paese, prendeva la macchina di servizio e  cominciava la distribuzione. Era così che le sceglieva, le sue amichette. Era conosciuto come un bravo ragazzo, che non metteva la posta nella casella delle lettere, ma la consegnava a mano, direttamente al proprietario. In realtà, quando gli aprivano la porta, sbirciava dentro, in cerca di qualche biondina tutta curve con cui giocare. Alcuni lo invitavano abitualmente a entrare in casa per un caffè. Alla fine dell'ultimo turno incontrò Jasmine. Che spettacolo. Tette grosse e sode e una folta chioma bionda che le accarezzava le spalle. Quando le consegnò la bolletta della luce fremeva e sudava freddo. Lei sorrise e lo ringraziò, lui voleva estrarre il taglierino e lavorarla come meritava. Anche se era un grosso rischio, non poteva farsela scappare. A causa del coprifuoco era in astinenza da un bel po'. Non potè resistere. Le chiese un bicchiere d'acqua. Jasmine si voltò e si diresse in cucina. Frankie sentì tremare le gambe, guardando quel culo marmoreo e ondeggiante e invitante. Le mutande si riempirono e la sua adrenalina esplose. Afferrò la gola della ragazza con entrambe le mani e cominciò a stringere, fino a farla svenire. Caricò Jasmine in macchina, stando attento a non essere visto, e tornò al Pick-up, dove caricò il corpo e se lo portò via. Era una bella serata. L'aria era fresca e le stelle cominciavano ad affiorare dal rosso sbiadito del tramonto. Come un bracere che affievolisce, lasciando il posto al buio. La Luna si alzò piena e luminosa. Frankie passò dal capanno degli attrezzi a prendere una pala e una corda. Poi entrò in casa, superò con lunghe falcate i cartoni di pizza e calciò via qualche avanzo sparso sul pavimento, raccolse un paio tra le decine di lattine di birra schiacciate e le agitò cercando un sorso, come un assetato nel deserto. Neanche una goccia.Tutte scolate. Salì le scale ed entrò in camera da letto, prese il fazzoletto di stoffa pulito dal comodino e se lo mise in tasca. Una volta fuori legò e imbavagliò la ragazza  e si diresse verso la riva del fiume. Giunto a destinazione la tirò giù dal cassone, la slegò e cominciò a schiaffeggiarla. Jasmine si svegliò e il terrore si impadronì di lei.
«Chi sei?» chiese con la voce tremolante.
Frankie allargò le gambe e tirò fuori il taglierino, lo alzò verso il cielo, facendo brillare la sua lama sotto la luce della Luna e disse con voce solenne: «Sono lo sventratore del fiume! Fa effetto vero? L'ho studiata venendo qui. Ora giochiamo, bellezza.»
Frankie la lavorò per bene, come al suo solito. All'inizio, preso dalla frenesia, la tagliuzzò dove capitava, troppo tempo senza far niente, poi si concentrò su quei bei meloni e decise di non fermarsi ai capezzoli. Allungò la lama del taglierino e sezionò i suoi seni con cura. Li leccò e si appoggiò quei morbidi cuscini di carne sulle guance, prima di buttarli. Poi le fece sorridere al gola, la girò e dopo qualche minuto tirò fuori il fazzoletto di stoffa. 
Restò seduto per qualche minuto, stremato e in pace con se stesso. Lo avrebbe rifatto altre mille volte. Caricò il cadavere (tette comprese) di nuovo sul Pick-up e si spostò di un paio di chilometri, dove si trovava la fossa comune. Scaricò il corpo e prese la pala. Cominciò a scavare. Ruggiti lontani e lampi simili a flash fotografici minacciavano pioggia. Fortunatamente la terra umida gli alleggeriva il lavoro. Non dovette scavare molto a lungo prima di vedere riaffiorare la testa di Colette. La decomposizione le aveva scarnificato parte della bocca e un pugno vermi brulicava sulla lingua. Gli occhi erano cavità piene di terra. Frankie sorrise, portò la mano alla bocca e le spedì un bacio.
«Ah, se ci siamo divertiti...» disse, e ficcò la pala nella terra, ma non riuscì a proseguire.
Si accorse che continuava a cozzare contro i resti delle altre ragazze, così decise di allargare la fossa. Domani ne avrebbe scavata una nuova, più grande. Così da poter ospitare tante deliziose bamboline morte. Ora non aveva tempo. I fulmini cominciarono a disegnare ramificazioni elettriche su un manto nero come il petrolio. Pochi lievi ticchettii colpirono il tettuccio del Pick-up, poi tutto fu invaso dall'acqua. Come se Dio avesse deciso di spremere tutte le nuvole insieme. La terra si trasformò presto in fango e Frankie si trovava all'interno della fossa e toglieva terra dalla parete. Bionde accatastate da una parte, parete dall'altra. Non c'era più tempo per scavare, così si appoggiò di spalle al mucchio di cadaveri e cominciò a spingere, tentando di fare abbastanza spazio per Jasmine. Quando gli sembrò abbastanza cominciò ad arrampicarsi. Faceva molta fatica con tutto quel fango. I piedi sembravano cercare un appiglio su un muro gelatinoso e le mani affondavano nella terra fradicia appigliandosi a poco e niente. Cadeva e risaliva, cadeva e risaliva. A un certo punto riuscì ad arrivare sull'orlo della fossa. Il corpo di Jasmine era lì vicino, così si aggrappò a lei. Le afferrò un braccio e tentò di tirarsi su. Tirò fuori la testa e diede uno sguardo al fiume in piena. Capì che doveva fare molto in fretta se voleva salvarsi il culo. I piedi mancarono l'appiglio due o tre volte. Frankie era allo stremo delle forze. Gli argini del fiume cedettero e raggiunsero la fossa. La terra si indebolì ulteriormente e cominciò a cedere sotto il corpo di Jasmine, che cadde addosso a Frankie, che atterrò di schiena. I due si trovarono faccia a faccia. I suoi occhi azzurri sembravano dirgli - Io e te, per sempre, figlio di puttana - Frankie non riuscì a sostenere quello sguardo, si voltò e incontrò gli altri. Quelli delle altre ragazze che aveva ucciso e stuprato. Scoppiò a ridere, prima di ingoiare la terra. Fango e acqua coprirono la fossa. I corpi si spostarono e la bocca di Frankie incontrò quella di Colette che gli passò i vermi, come due amanti che si passano la cicca durante un bacio. Poi il buio.
Qualche anno dopo, durante un'altra piena, alcuni dei corpi riaffiorarono e il fiume se li portò con sé. I cadaveri si incastrarono lungo la riva, fino al paese. La polizia seguì la scia di morte e arrivò alla fossa. Dentro trovarono il resto dei cadaveri, e Frankie. Si resero conto subito che era " Lo sventratore del fiume". Non era femmina, non era biondo, non aveva tette grosse e neanche un graffio. Il medico legale fece le sue analisi e, alla conferenza stampa, disse che molto probabilmente Frankie era caduto da solo nella fossa, durante un' esondazione e che non fosse riuscito a risalire. L'odio per quello che aveva fatto quel bastardo di un postino lo fece diventare lo zimbello del paese. Solo uno stupido costruirebbe una fossa vicino alla riva del fiume durante il periodo delle piogge, e solo uno stupido ne costruirebbe una talmente grande da non poter più riemergere una volta dentro.
I giornali gli cambiarono il nomignolo: " L'idiota del fiume". I familiari delle vittime si misero d'accordo col sindaco e con la polizia. Seppellirono le ragazze al cimitero, con fiori freschi e bellissime lapidi in marmo, con sopra le loro foto sorridenti. Frankie, invece, lo lasciarono in quella fossa fangosa in riva al fiume. Incrociarono due rami mezzi marciti formando una croce, la legarono con del fil di ferro e la piantarono insieme a un cartello con su scritto "Frankie l'idiota del fiume". Ogni 12 Ottobre, i familiari delle vittime, vanno al cimitero a salutarle e a pregare per loro e a cambiare i fiori rinsecchiti con altri appena colti. Poi il resto del paese si unisce ai familiari, e tutti si dirigono verso la tomba di Frankie e ci sputano sopra a turno.


COLONNA SONORA:



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2 commenti:

Lord Kalidon ha detto...

FANTASTICO! Sembra tutto vero.

vitone ha detto...

Grazie Lord!