Edo
nota una donna al centro commerciale, davanti a una vetrina di Louis
Vuitton: le labbra carnose e gli occhi verde smeraldo, i capelli
biondi raccolti in uno chignon, la scollatura della camicetta con
quella linea morbida che divide i seni carnosi, gambe slanciate e
caviglie strette.
Se
quello che sente non è amore, allora non sa come chiamarlo.
Si
avvicina con una scusa e quando le stringe la mano sente il cuore
fermarsi per un istante e poi partire come un cavallo imbizzarrito.
Suda freddo, la mente vacilla e scappa via prima di perdere i sensi.
Nonostante
l'incidente, Edo non demorde. Scopre che si chiama Adriana Togliazzi,
dove abita e dove lavora. Una notte si sente pronto e decide di
dimostrale che lui non è quello che ha conosciuto al centro
commerciale, ma uno sicuro di sé, uno cazzuto.
Accovacciato
tra i cespugli, osserva la finestra al terzo piano.
La
notte nera e senza luna.
La
sagoma di Adriana fa capolino nella luce ambrata dietro le tende: la
forma dei seni, i fianchi stretti, lo chignon.
Edo
sbottona i pantaloni e si masturba. La punta della lingua scatta
fuori dalle labbra, vibratile come quella di un serpente. Sul più
bello, un'altra sagoma, più corpulenta, si avvicina e si unisce a
quella di Adriana, creandone una più grande, simile a una massa
tumorale. Lui scatta in piedi e piange, i pantaloni gli cadono e
l'uccello sembra una lumaca che rientra nel guscio.
Si
riveste e si ricompone con respiri profondi.
Dalle
tasche del giubbotto prende una mascherina antismog, un cacciavite e
una bomboletta di spray narcotico.
«Era
tutto per lei, per darle l'affetto che meritava. Doveva essere la
loro notte, e lei se la spassa con un altro.»
Aspetta
che si spengano le luci, esce dai cespugli, si avvicina alla grondaia
e si arrampica, una volta scavalcato il balconcino, spia attraverso
il vetro: buio pesto ma si intuisce la sagoma sdraiata del tizio
grasso: una collina nel bel mezzo della stanza. Infila il cacciavite
nell'infisso. Per sua fortuna è roba vecchia, di legno mezzo marcio.
La scardina senza problemi e senza fare troppo rumore. Infila la mano
con la bomboletta e spruzza lo spray in camera da letto. Aspetta un
paio di minuti, indossa la mascherina ed entra.
Quando
accende la luce sgrana gli occhi e quasi scoppia a ridere.
«Cos'è,
mi prendete per il culo?»
Non
l'ha tradito con un uomo, ma con una donna. Entrambe sdraiate sul
letto, narcotizzate. Nel buio, la silhouette di Adriana era stata
coperta dalla collina.
«Una
grassona piena di cellulite, con le braccia flaccide e le gambe
grandi come prosciutti? Adesso vi sistemo io.»
Va
in cucina e prende un coltello. Torna, si mette a cavalcioni sulla
donna obesa e lo alza sopra la testa brandendolo con due mani. Si
volta verso Adriana.
«Visto
che siamo in vena di scherzi, ti faccio quello della bacinella.
Dicono che se ti mettono una mano in una bacinella d'acqua mentre
dormi, ti svegli che te la sei fatta addosso» e affonda la lama nel
petto della donna grassa, il sangue inzuppa la vestaglia, le
lenzuola, e la sua compagna. Continua fino a quando il torace non è
sventrato a dovere, poi prende la mano di Adriana, la infila nella
cavità di carne lacerata e l'appoggia sul cuore ancora caldo.
Prima
di uscire dalla finestra si gusta la scena per l'ultima volta e la
sua bocca si contorce in un ghigno.
«Come
vorrei esserci al tuo risveglio» e si dilegua nella notte.
2 commenti:
Buon S. Valentino!
Grazie Paola. Anche a te e Enrico:)
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